​Chi avesse pensato che Bankitalia sia un’istituzione ingessata e “d’altri tempi” viene smentito ancora prima dell’inizio dell’evento di “Roma InConTra”: l’istituto di Via Nazionale ha infatti aperto, proprio il 20 febbraio, un account di Twitter. Per restare al passo coi tempi? Forse, ma anche per dimostrare di essere un’istituzione non lontana dalla gente. Alle 18.30 sale sul palco dell’Auditorium dell’Ara Pacis Fabrizio Saccomanni, direttore generale di Bankitalia, intervistato dal patron di “Roma InConTra” Enrico Cisnetto. Tanti gli spunti di riflessione, ai quali Saccomanni, sornione, si sottrae solo in apparenza, dando però grande risalto alla sua mimica facciale. Il valore “adeguato” dello spread tra BTP e Bund? “150-200 punti al massimo. Scordiamoci i 50 pre-crisi, ma anche le drammatiche soglie toccate nel novembre del 2011”. E ancora: “C’è un credito ischemico che le banche concedono alle imprese, ma è anche vero che se le banche, per ottenere maggiore liquidità, vendessero i titoli di stato che hanno in portafoglio, avremmo d’improvviso una carenza di denaro italiano, con la conseguenza di una crisi di dimensioni maggiori. Non è vero che i soldi non girano, anche se il saldo del 2011 parla di venti miliardi in meno erogati alle aziende e alle famiglie dagli istituti di credito”. C’è anche spazio per qualche recriminazione, anche se i bersagli non vengono esplicitati: “Non credo che passerà mai l’amarezza per non essere stato nominato governatore di Bankitalia, ma non ho rancore né verso i membri dell’Istituto, né verso l’istituzione stessa. A ottobre, al compimento del mio settantesimo anno di età, scadrà il mio mandato da direttore generale. Vedremo se ci saranno le condizioni per una mia riconferma”. Poi chiede venia a Cisnetto e ai suoi ospiti ma il concerto di musica classica – di cui è grande appassionato – all’Accademia di Santa Cecilia lo aspetta. E lui non intende tardare.