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COSA-SUCCEDE-OLTRETEVERE
Evento del: 11/03/2013 18:30 - Auditorium dell’Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
Data articolo: 11/03/2013
​Proprio mentre si profila una crisi senza precedenti dell’impero Vaticano, si apre il Conclave più inedito della storia. Quali sono i veri motivi che hanno indotto Ratzinger a dimettersi? Quanto influiranno le questioni irrisolte all’interno della Chiesa sull’elezione del nuovo Papa? L’ultima puntata di “Roma Incontra - Ara Pacis” è stata dedicata al momento decisivo che vive la Santa Sede, ancora scossa dalle clamorose “dimissioni” di Ratzinger e alle prese con una serie di scandali e misteri che rendono ancor più delicata l’elezione del nuovo Papa.
In apertura il padrone di casa Enrico Cisnetto, ha intervistato Ali Agca, l’uomo che nel lontano 1981 sparò a Giovanni Paolo II, autore de ‘Mi avevano promesso il Paradiso. La mia vita e la verità sull’attentato al Papa’, (Chiarelettere). Agca, uscito di prigione nel 2010 ha rivelato particolari inediti e sconcertanti sui mandanti dell’attentato e sulla situazione generale della Chiesa: “le dimissioni del Papa me le aspettavo. Il Vaticano è al tracollo. Sappiamo dalle parole pronunciate dal Ratzinger il 13 maggio 2010 durante la sua visita a Fatima – ha proseguito il turco – che il Terzo Segreto era ancora incompiuto, e che questo consisteva nel fatto che il più grande nemico della Chiesa era all’interno del Vaticano. Per me il diavolo si è infiltrato nel Vaticano attraverso la pedofilia. Il mistero di cui si è parlato per lungo tempo è quello che ha portato all’abdicazione di Ratzinger”. Il terrorista turco ha poi legato l’attentato da lui compiuto al caso di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana sequestrata nel lontano 1983: “Emanuela si trova in mano al governo vaticano, a cui è stata consegnata nel 2000 subito dopo la mia liberazione”. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela e autore de “Mia sorella Emanuela” (Edizioni Anordest) dopo aver ascoltato la versione di Agca ha espresso dubbi sulle parole del turco e ha dato una sua interpretazione sul rapimento della sorella.
“Mi ero fidato di Agca – ha dichiarato Orlandi – mi aveva promesso di darmi dei documenti, mai arrivati. Non credo che Emanuela sia stata rapita solo per motivi sessuali. Credo – ha proseguito il fratello – ci sia un legame fra morte di Calvi, l’attentato al papa e rapimento Emanuela. La Santa Sede ha una grande responsabilità nella scomparsa di mia sorella. Hanno occultato la verità di quanto successo. La verità su questa storia – ha concluso Pietro Orlandi – è che in Vaticano preferiscono la condanna dell’opinione pubblica su questa vicenda, piuttosto che esca la verità, evidentemente troppo grande da sopportare”.  Michele Mirabella invece ha inquadrato storicamente i problemi della Chiesa e le dimissioni del Pontefice attraverso la lettura del terzo canto dell’Inferno della Divina Commedia di Dante. Sulle dimissioni di Benedetto XVI è intervenuto anche Massimo Teodori, saggista e scrittore: “Il pontefice si è dimesso perché non riusciva più a dominare il verminaio, gli intrighi, gli affari che hanno lievitato sotto di lui. Quando parliamo di questo – ha proseguito Teodori – non parliamo del mondo cattolico, ma della Curia romana, del governo del Vaticano, dove il malaffare e la criminalità sono lievitati, ad esempio per i casi dello Ior, che si dovrebbe ribattezzare istituto opere di malaffare”. “Si chiuda lo Ior e si facciano delle convenzioni con le banche internazionali”, così Gianluigi Nuzzi, giornalista e scrittore, autore de “Sua Santità” (Chiarelettere). “Il rapporto con il denaro ha sempre segnato – ha proseguito Nuzzi – una banca che è piena di scheletri negli armadi e nasconde al suo interno misteri e opacità. Sulle dimissioni di Ratzinger invece non hanno influito – secondo il giornalista di La7 – gli scandali legati alla pedofilia, anzi penso che questo sia un tema che Ratzinger ha affrontato con molto coraggio”.
La discussione si è poi spostata sul Conclave, ormai alle porte. Secondo Ignazio Ingrao, vaticanista di Panorama, autore de “Il Concilio segreto” (Piemme): “il cardinale Angelo Scola, il più papabile tra gli italiani, si presenta con uno zoccolo di voti stranieri. Il brasiliano Scherer, invece è sostenuto dalla Curia romana. Temo che né Scola né Scherer arriveranno in fondo. Vedo il canadese Ouellet o l’americano O'Malley come favoriti, ma la vera rottura con il passato – ha concluso il vaticanista di Panorama –  sarebbe rappresentata dall’austriaco Schönborn che si è scagliato contro ripetutamente contro lo scandalo pedofilia e raccoglie in sé il rigore teologico di Ratzinger e il carisma di Wojtyla.
A “Roma Incontra – Ara Pacis” abbiamo provato a ritrarre in modo fedele la condizione della Chiesa alla vigilia del Conclave. L’extra omnes lascerà intrighi e scandali al di fuori della Cappella Sistina, focalizzando gli occhi del mondo sul comignolo e sul colore della di quella fumata, che appare,  mai come in questo caso, decisiva per le sorti future della cristianità.
 
 

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    lunedì 11 marzo 2013 18.30 - Auditorium dell’Ara Pacis - via di Ripetta 190 - Roma
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